Coppa del mondo Dual Moguls

16 Marzo 2024-Storia e regole del Dual Moguls
19/02/2024

Per il terzo anno consecutivo Chiesa in Valmalenco sarà l’unica località sciistica italiana ad ospitare una tappa della Coppa del Mondo di Dual moguls, le cosiddette gobbe in parallelo. Non solo, quella della Valmalenco sarà anche l’ultimo evento stagionale di Coppa del mondo di questa spettacolare specialità dello sci che alle Olimpiadi di Milano - Cortina 2026 diventerà ufficialmente disciplina olimpica. 

I giochi per le tre classifiche di coppa del mondo - quella generale e le due di specialità - sono matematicamente chiusi con una gara di anticipo, ma sulle nevi dell’Alpe Palù saranno comunque presenti tutti gli atleti più forti di questa spettacolare disciplina dello sci freestyle, a partire da colei che ha dominato la stagione tra le donne, l’australiana Jakara Anthony, e dal più forte sciatore di moguls di tutti i tempi, il canadese Mikael Kingsbury. 

Il single moguls - così viene chiamata la gara individuale - è invece già specialità olimpica. È stata la prima disciplina dello sci freestyle a entrare nel programma olimpico durante i XVI Giochi olimpici invernali di Albertville, in Francia, nel 1992. In realtà, era presenta già a Calgary, nell’88, ma solo come disciplina dimostrativa.

Il termine mogul deriva dalla parola austriaca “mugel”, che significa tumulo o piccola collina.

Per gareggiare in questa specialità servono grandi capacità atletiche e una tecnica sopraffina. Il rider - termine inglese per indicare l’atleta impegnato in una gara di freestyle -, deve sapere sciare lungo una pista interamente ricoperta di dossi e allo stesso tempo mostrare ottime doti acrobatiche per esibirsi in spettacolari e creativi “trick”, termine tecnico che indica incredibili evoluzioni fatte di avvitamenti e salti mortali in avanti o all’indietro, singoli o doppi. 

Nel single moguls, completare il percorso nel minor tempo possibile è importante ma non sufficiente per vincere; allo stesso modo, nel dual moguls tagliare il traguardo prima dell’avversario è importante ma non decisivo per superare il turno o vincere la finale.

In una gara di moguls vince chi ottiene il punteggio più alto, assegnato sulla base di tre diversi criteri: le curve, l’esecuzione dei due salti e la velocità di discesa.

La qualità delle curve, l’uso delle gobbe, la traiettoria seguita, la postura e lo stile  valgono il 60% del punteggio finale; i salti effettuati contano per il 20% del totale; la velocità e il tempo impiegato per completare la prova valgono per il restante 20% del punteggio. Per i giudici, è molto importante mantenere gli sci il più possibile attaccati al terreno, e ogni errore comporta delle deduzioni al punteggio finale.

Nel dual moguls, gli atleti vengono suddivisi all’interno di un tabellone tennistico sulla base del ranking mondiale. Le finali cominciano dagli ottavi di finale, ma spesso il numero degli iscritti è maggiore, pertanto è necessario far disputare i turni preliminari a coloro che occupano le posizioni più basse della classifica mondiale.

L’obiettivo di tutti consiste nel raggiungere la Big final, la cosiddetta grande finale dove è in palio la vittoria. Chi viene eliminato in semifinale ha comunque la possibilità di salire sul gradino più basso del podio vincendo la small final, la finale di consolazione.

Assistere dal vivo a una competizione di moguls o dual moguls è spettacolare, soprattutto perché il pubblico al parterre può vedere gli atleti in azione fin dalla partenza. 

Discesa dopo discesa, l’adrenalina aumenta. Per superare il proprio avversario, ogni rider alza sempre di più il livello di difficoltà e dal suo bagaglio tecnico estrae numeri ed evoluzioni da lasciare  bocca aperta.

Articolo a cura di Riccardo Roversi, commentatore per Eurosport-Discovery+ per snowboard e freestyle.