Spettacolo doveva essere e spettacolo è stato

E fa piacere aver visto più pubblico rispetto alle edizioni passate, segno che l’evento sta crescendo.
16/03/2024

Sabato scorso a Chiesa in Valmalenco, l’ultima gara stagionale della Coppa del mondo di moguls ha regalato numeri d’alta scuola sugli sci ed evoluzioni mozzafiato. 

Al netto di qualche infortunio, in pista scendevano molti degli atleti più forti al mondo delle cosiddette “gobbe”. Il più forte di tutti ha vinto ancora e la dominatrice delle ultime due stagioni ha fatto altrettanto.

Ai piedi della pista nera del Dosso, Mikael Kingsbury e Jakara Anthony hanno sollevato al cielo azzurro della Valmalenco sia la Coppa del mondo generale che quella di dual moguls. È stato bello ed emozionante vedere nella nostra Valle ben quattro sfere di cristallo dal vivo, non capita tutti i giorni. 

Pronostici rispettati, quindi, sia tra gli uomini che tra le donne. Nella finale maschile, Mister Moguls - uno dei numerosi soprannomi del canadese Kingsbury - si è trovato un avversario inedito, Takuya Shimakawa. 

Il 25enne rider giapponese era alla sua prima Big final in carriera e, sfortuna sua, ha dovuto affrontare il più forte di tutti. 

Da buon giapponese coriaceo e combattivo, ci ha provato, ma Kingsbury si è dimostrato ancora una volta il migliore, andando a cogliere la decima vittoria stagionale, suo record personale.

Un po’ di numeri: per il 31enne nativo di Deux-Montagnes - Quebec, Canada -, quella di Chiesa in Valmalenco è stata la gara numero 151 - record assoluto -, il 129esimo podio e la 90esima vittoria in Coppa del mondo. 

Quest’anno, The King of Moguls ha conquistato due coppe del mondo su tre: la generale e quella di dual moguls; tra coppe generali e di specialità, ora in bacheca ne ha ben 26, un primato difficilmente superabile da chiunque negli anni a venire. 

All’orizzonte ancora non si vede un erede del fuoriclasse canadese e in tanti scommettono che il conto delle sue sfere di cristallo dovrà essere aggiornato anche nella prossima stagione.

Nella conferenza stampa pre gara a Milano, lo stesso Kingsbury ha dichiarato di volere battere altri due record: diventare l’unico sciatore della storia di questa specialità con tre medaglie d’oro olimpiche (per farlo, deve vincere due ori a Milano-Cortina 2026); e poi toccare quota 100 vittorie in Coppa del mondo. 

Ma c’è un altro primato che è lì, a un passo dal canadese. Grazie al successo sulla pista del Dosso, ora Kingsbury ha collezionato 99 successi nelle tre principali competizioni Fis: Coppa del mondo, Olimpiadi e Mondiali.

Manca pochissimo per entrare a far parte di quella ristretta cerchia di atleti che hanno superato le 100 vittorie in questa speciale graduatoria e che rispondono al nome di  Marit Bjørgen (fondista, 131 vittorie), la tedesca Gunda Niemann Stirnemann (pattinatrice, 120), la svizzera del freestyle Conny Kissling (108) e la sciatrice americana Mikaela Shiffrin, che sabato scorso a Saalbach ha centrato in slalom la sua 106esima vittoria. 

Nonostante avesse già matematicamente vinto le due sfere di cristallo con qualche gara di anticipo, Mikael Kingsbury si è dimostrato un grande professionista, dando il cento per cento anche all’ultimo, non decisivo appuntamento: nei giorni precedenti la gara, vederlo provare e riprovare la pista del Dosso durante le quattro sessioni di training è stato una spettacolo, un esempio per chi desidera raggiungere un obiettivo, qualunque esso sia, non solo sportivo.

Sono la costanza, la perseveranza, la grinta, l’umiltà e la cura dei dettagli, anche di quelli più apparentemente insignificanti, a fare la differenza tra l’ottimo sciatore di moguls e il fuoriclasse assoluto. E Kingsbury è un fuoriclasse. Averlo visto all’opera dal vivo al Palù, per il terzo anno consecutivo, è motivo di grande orgoglio per tutti gli amanti della Valmalenco. 

Quella di Chiesa in Valmalenco è stata anche l’ultima gara in carriera di Marco Tadé. Il 28 enne di Bellinzona - che ben conosce l’Alpe Palù - è stato a lungo festeggiato da tutti, prima, durante e dopo la sua ultima apparizione agonistica in Coppa del mondo.

Per la cronaca, sul gradino più basso del podio è salito l’americano Nick Page. 

Ventiseiesima posizione per l’azzurro Massimo Bellucci, alla sua miglior prestazione in carriera. L’italo-canadese, tesserato per lo Sci club Snow Eagle Valmalenco, è un giovane di belle speranze per il moguls azzurro, soprattutto in vista dell’appuntamento olimpico di casa nostra.

Personal best anche per l’altra atleta dello Sci club Snow Eagle Valmalenco: l’italo-americana Manuela Passaretta - appena 17 anni, alla terza presenza in Coppa del mondo - è giunta ventottesima.

Pronostico rispettato anche tra le donne. Nell’ultima gara stagionale della Coppa del mondo di Dual moguls - e di moguls in generale - Jakara Anthony ha sbaragliato la concorrenza e sulla pista del Dosso dell’Alpe Palù, in Valmalenco, ha conquistato la sua quattordicesima vittoria su sedici gare disputate in stagione. 

La 25enne australiana ha disintegrato il record di 11 successi in una singola annata del suo idolo, l’americana Hannah Kearney, un primato che resisteva dal 2012.

La campionessa olimpica di Pechino 2022 ha centrato la sua 22esima vittoria in Coppa del mondo, il podio numero 41 in 80 gare. In finale ha sconfitto Jaelin Kauff, che non è certo l’ultima arrivata, anzi.

La 27enne americana - vice campionessa olimpica di moguls nonché vice campionessa del mondo in carica di moguls e dual moguls - ha venduto cara la pelle ed è stata superata dall’australiana per soli cinque punti, 25-20.

Rispetto a Kingsbury, la stagione di Anthony è stata ancor più trionfale: a casa sua in Australia metterà in bacheca altre tre sfere di cristallo, che vanno ad aggiungersi alle altre tre già archiviate. 

Al termine di questa stagione da autentica dominatrice, si può dire che il titolo di regina del moguls sia suo e non più della francese Perrine Laffont, che si è presa un anno sabbatico per preparare al meglio i Mondiali di St. Moritz del 2025 e, soprattutto, le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. 

Per la cronaca, in terza posizione è giunta un’altra statunitense, quella Elizabeth Lemley che sulla pista del Dosso si è già tolta una grande soddisfazione, due anni fa: proprio sulla quella stessa pista, nel 2022, la diciottenne di Vail ha conquistato un oro in moguls e un argento in dual moguls ai Campionati del mondo juniores.

E a proposito di Mondiali juniores, lo spettacolo del moguls e del freestyle prosegue: ai primi di aprile, l’Alpe Palù ospiterà la massima competizione mondiale giovanile dedicata al freestyle, per l’undicesima volta.

Si comincia mercoledì 3 aprile con il moguls; giovedì 4 aprile sarà la volta dell’aerials; venerdì 5 toccherà alla gara a squadre di aerials e di dual moguls; infine, sabato 6 aprile, gran finale con il dual moguls.

Ci vuole tempo, tanto tempo, per far diventare una stazione sciistica sede di una “classica” di Coppa del mondo, come, per esempio, l’americana Deer Valley che da 25 anni organizza spettacolari e seguitissime gare di Coppa del mondo di moguls.

La strada imboccata dalla Valmalenco è quella giusta.

Articolo a cura di Riccardo Roversi, commentatore per Eurosport-Discovery+ per snowboard e freestyle.

Crediti fotografici Mateusz Kielpinski/ FIS Freestyle